26.2.07

Salvi i 20 precari del call center 060606, almeno sembra

Nel nome di San Precario
di Michela Bevere

21/02/2007

Non saranno licenziati i 20 lavoratori del call center del Comune di Roma 060606, che avevano scritto al sindaco Walter Veltroni, per chiedere di essere "salvati", in vista della scadenza del loro contratto il 31 marzo prossimo. Nella lettera (peraltro non firmata) ricordavano che il "Chiama Roma" è "un servizio stabile, e nonostante ciò non riconosce ai suoi lavoratori un ruolo stabile, perché non ci vediamo rinnovare scadenze sempre più brevi e strategiche, un contratto di lavoro che non dà stabilità, non riconosce i nostri diritti, non ci tutela". L'assessore capitolino alla Semplificazione, Mariella Gramaglia, ideatrice del call center, ha assicurato: "Riusciremo a sventare il licenziamento".

Dopo un rinnovo del contratto solo per 55 giorni, i precari dello 060606, che in tutto sono 200, hanno temuto il licenziamento, a causa della scadenza dell'appalto di Poste Italiane (che a sua volta ha dato incarico di reperire il personale alla società di somministrazione Inwork Italia S.p.A.). Secondo l'assessore Gramaglia "non mancano certo i fondi per il rinnovo del servizio, in bilancio sono stati stanziati 5 milioni e 900 mila euro, come basa d'asta per il nuovo bando di gara, nel quale prevederemo che la stabilizzazione dei lavoratori sia portata dal 60 all'80%".

Nonostante questo tentativo di riconoscere la professionalità dei lavoratori del call center 060606, sul fronte sindacale è in atto una vertenza per 20 lavoratori precari dei 50 già licenziati, portata avanti da Nidil-Cgil. "Noi sapevamo, tra l'altro, che tutti i lavoratori sarebbero stati assunti - ha spiegato Stefano Fusco della Nidil-Cgil Roma Sud - invece proprio all'indomani dell'approvazione dell'emendamento al bilancio, che aumenta la soglia di stabilizzazione, ad altri sette lavoratori non è stato rinnovato il contratto". Inoltre, Alberto Manzini, segretario di Roma e del Lazio Slc-Cgil ha aggiunto: "Se le cose non dovessero andare bene, siamo pronti ad intervenire di nuovo in difesa di ulteriori eventuali licenziamenti".

La stabilizzazione dei precari dello 060606 si intreccia, poi, con l'apertura dello 060607, il call center per le azienda collegate al Campidoglio, dal quale i cittadini potranno ricevere informazioni personalizzate (ad esempio, su multe e bollette). "In questo momento la questione è nelle mani dell'Assessore al Bilancio, Marco Causi, che sta trattando con le aziende per la centralizzazione del servizi - ha spiegato Mariella Gramaglia - ma soprattutto per definire come avverrà il coordinamento delle risposte ai cittadini. Una volta che saranno definiti questi aspetti partiremo con la gara d'appalto".

Sant'Andrea, i precari saranno stabilizzati

Matilde Giovenale, 21 febbraio 2007

La Commissione Sanità ha dato il suo via libera per la regolamentazione della condizione lavorativa di diversi atipici ed esternalizzati impiegati nell'azienda di Grotta Rossa. Un successo che ora si spera di estendere anche alle altre strutture sanitarie laziali

Per il Coordinamento lavoratori fantasma del Sant'Andrea e per i Cobas Sanità-università e ricerca è un successo. Ma soprattutto lo è per i lavoratori. Dopo una battaglia durata mesi, infatti, la vertenza per la stabilizzazione lavorativa all'interno dell'ospedale di Grotta Rossa ma anche per altre strutture sanitarie laziali sembra arrivata ad una svolta positiva. "Dopo 3 giorni di ‘tendopoli itinerante' sotto le sedi regionali del Lazio, ieri la Commissione Sanità ha dato il proprio parere sulle linee guida degli atti aziendali, che è lo strumento operativo con cui vengono indicate le strategie delle Asl e delle Aziende ospedaliere. Sono state dettate le modalità pratiche per la stabilizzazione di una parte dei lavoratori precari, atipici ed esternalizzati. Finalmente si avvia praticamente a conclusione una prima parte della battaglia che, iniziata quasi due anni fa dai lavoratori del Sant'Andrea di Roma, ha progressivamente coinvolto anche il Policlinico, il San Filippo e altri ospedali laziali". Con questo comunicato congiunto le due organizzazioni hanno saluto favorevolmente la decisione della Commissione Sanità a riguardo della stabilizzazione dei tanti lavoratori esternalizzati all'interno dell'azienda del Sant'Andrea.

Una decisione che, ricorda lo stesso comunicato, è il frutto di un lungo iter iniziato già un anno fa e che riguarda non solo l'ospedale che sorge sulla Cassia, ma anche altre aziende sanitarie della regione: "come già previsto dalla legge regionale 2006 si partirà proprio dal Sant'Andrea che ha già previsto nella sua pianta organica i posti per gli esternalizzati". "L'ufficializzazione del percorso di stabilizzazione", prosegue la nota, sarà raggiunta "attraverso l'organizzazione di specifici tirocini formativi, per garantire ai lavoratori interessati l'acquisizione di specifici titoli e abilitazioni professionali, mediante il riconoscimento di crediti formativi legati al lavoro svolto e ai tirocini formativi frequentati, garantisce a questo punto sia i Direttori generali, che i lavoratori".

La speranza a questo punto è quella di rendere l'esperienza dell'ospedale di Grotta Rossa un modello di riferimento per tutte le altre aziende: "auspichiamo che il percorso pilota del Sant'Andrea, che riguarderà in questa fase circa 200 lavoratori, possa a questo punto partire immediatamente, e sia solo il primo passo verso la stabilizzazione di tutti gli esternalizzati della Sanità laziale", afferma il comunicato.

Anche se "rimangono però sul tavolo altri importanti passaggi- ricordano i fantasmi del Sant'Andrea e Cobas- come l'immediato sblocco dei concorsi e il punteggio riservato per i lavoratori delle cooperative ed interinali appartenenti alle categorie più alte, applicando la deroga prevista dall'art. 21 dell'ultima finanziaria regionale; tempi determinati per i lavoratori extracomunitari in attesa di una soluzione legislativa che ponga fine alla vergognosa preclusione all'accesso ai pubblici concorsi che colpisce questi lavoratori, attualmente utilizzati e sfruttati dalle cooperative all'interno degli ospedali pubblici". Per completare, poi, questa politica di garanzia del lavoro, si dovrà anche garantire il "blocco di tutti i processi di esternalizzazione, non solo quelli a gestione diretta, e analisi dell'effettiva convenienza economica e qualitativa di una scelta gestionale che aumenta solo il clientelismo e il potere di grosse cordate finanziarie a scapito della qualità dell'assistenza".

Una lotta, dunque, che i fantasmi del Sant'Andrea e i Cobas non stentano a definire una "nostra battaglia di civiltà" e che affermano di voler continuare. Per ora, però, con il vantaggio di aver intascato una prima importante vittoria.

Musei chiusi sabato e domenica per sciopero

Roma 23/02/2007 18:15
2.147 PRECARI

Roma, 23 feb. (Apcom) - Dopo l'incontro di ieri con il Sottosegretario Marcucci la Segreteria Nazionale della Uil Beni e Attività Culturali conferma la mobilitazione di tutti i lavoratori di ruolo e precari che determinerà la chiusura di Musei, Gallerie e Aree Archeologiche nelle prime ore della giornata di Sabato 24 febbraio e Domenica 25 . Domani saranno chiusi i Musei di Firenze dalle ore 8,30 alle ore 10,3 quali gli Uffizi, Galleria Palatina, Galleria Moderna, Museo degli Argenti, Giardino di Boboli, Galleria dell'Accademia, Museo di San Marco, le Ville Medicee ed il Museo del Bargello. Domenica rimarranno chiusi dalle ore 8,30 alle ore 10,30 a Roma: Galleria Borghese, Castel Sant'Angelo,Palazzo Massimo, il Colosseo e Villa D'este. A Milano saranno chiusi il Cenacolo, la Pinacoteca di Brera e a Sirmione le grotte di Catullo. A Bologna la Pinacoteca , in Abruzzo la Civitella di Chieti ed il Museo Nazionale di L'Aquila, in Puglia Castel del Monte, a Napoli, il Museo di Capodimonte, S Martino e Sant'Elmo il Museo Archeologico e Palazzo Reale, a Pompei gli Scavi ed i siti dipendenti dalla Soprintendenza Archeologica, a Caserta la Reggia di Caserta. In Calabria chiude anche il Museo di Reggio Calabria. Nel Friuli il Museo di Cividale , a Venezia la Galleria dell'Accademia, la Cà D'oro ed il Museo Archeologico Orientale,in Sardegna, i Musei di Porto Torres, il Museo di Sassari e Caprera. La protesta dei lavoratori, ricorda la Uil, "è dovuta alla risposta negativa da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Ministro della Funzione Pubblica in merito alla stabilizzazione dei 2147 precari che prestano servizio quali Giubilari, Assistenti Tecnici Museali, i precari Tecnici, gli ex Lsu diventati Giubilari e gli ex co.co.co per i quali il Decreto ( Dpcm ) autorizzativo per le assunzioni prevede un numero di posti inferiori per la stabilizzazione non riconosce il lavoro prestato .A questo si aggiunge la mancata autorizzazione ad effettuare i passaggi tra le aree del personale dei Beni Culturali che determina il blocco delle procedure di riqualificazione del personale di ruolo".

Lavoratori atipici, arriva una carta di servizi

PESCARA. Servizi a prezzi ridotti, dall’ingresso al cinema al biglietto dell’autobus, passando per le polizze assicurative e i prodotti di largo consumo, destinati ai lavoratori atipici. E’ il contenuto di CartAtipica, il progetto realizzato dalla Camera del lavoro precario, coordinata da Ilaria Del Biondo, e sostenuta dagli assessori provinciali alla Qualità della vita e al Lavoro, Sante Di Paolo e Antonio Castricone, che sarà presentato ufficialmente oggi, 24 febbraio, alle 17, al cinema Sant’Andrea di Pescara.

La realizzazione di una carta nominativa (a rilasciarla saranno i Centri per l’impiego della Provincia) destinata ai lavoratori atipici e precari del Pescarese permetterà loro di accedere ad una serie di servizi a prezzi agevolati, anche se non si tratterà di sole convenzioni.
Alla base del progetto – come illustrato questa mattina alla stampa - c’è la necessità di far fronte alle esigenze emerse attraverso il questionario da 38 domande somministrato ad un campione di 380 collaboratori coordinati e a progetto (co.co.co e co.co.pro), titolari di contratti di formazione e lavoro, lavoratori socialmente utili, part-time e tempi determinati, ovvero quanto compongono la variegata galassia del lavoro precario nel Pescarese. Un piccolo esercito di circa 7mila potenziali utenti del nuovo strumento pensato per arginare le difficoltà di chi non ha un impiego stabile.
Nel programma della presentazione ufficiale di domani, alle 18,30 è prevista la proiezione del documentario “Senza la terrà sotto i piedi” per la regia di Stefano Buda (62 minuti, musiche di Anemamè e Gianni Inzaina, interviste di Simona Salvi, Stefano Buda, Marco Di Pietrantonio, Ilaria Capelluti, Gianfranco Castorani).
Si tratta del racconto di una moltitudine frammentata di vite divise tra la precarietà del lavoro che condiziona l’esistenza e la voglia di evadere e divertirsi.
Alle 23,30 chiuderà FestAtipica, al Rude club di via dei Peligni, con il concerto (ad ingresso gratuito) degli Anemamè, formazione nata nella zona frentana nel 2003, caratterizzata dalle contaminazioni folk delle canzoni dialettali abruzzesi e composta da Claudio Toni Di Toro (voce), Vincenzo Di Camillo (sassofono), Gianni De Chellis (chitarra), Francesco Di Toro (fisarmonica, tastiera e cori), Carlo Porfilio (batteria) e Fausto Bomba (basso) più il fonico Silvio Andreoli.
www.cameradellavoroprecario.org

Nicolais: impegno contro precariato

Prossimo l'avvio dei nuovi concorsi per i ricercatori
(ANSA)-TORINO, 23 FEB-'Abbiamo preso l'impegno di eliminare il precariato entro fine legislatura e vale anche per le universita'', ha detto il ministro Nicolais. 'Per i precari delle universita'- ha detto il ministro per la Funzione Pubblica all'universita' di Torino - quest'anno sono stati stanziati 30 milioni di euro, a cui si aggiungeranno i 60 del prossimo anno e i 90 di quello dopo. L'avvio dei nuovi concorsi per i ricercatori - ha concluso il ministro - e' ormai pronto'.

Sofim, Fiom: 'nessuna certezza per stabilizzazioni'

FOGGIA, venerdì 23 febbraio 2007 - ORE 16.19
Secondo la Fim ci sarà crescita produttiva: 3000 motori per la russa Severstall.

Non vi è alcuna certezza sulla stabilizzazione dei 117 operai della Sofim con contratti a termine. Lo ribadisce la Fiom Cgil. Il sindacato non ha firmato l’intesa con l’azienda sottoscritta invece da Fim, Uilm, Fismic, oltre che da Ugl e Failms. Fiom non ha condiviso il metodo adottato nella contrattazione. La rottura tra i sindacati si è avuta sul terzo turno, quello notturno, finora su base volontaristica. Di fronte alla proposta dell’azienda di obbligare un lavoratore al lavoro notturno, la Fiom per evitare che potesse diventare strumento di discriminazione, aveva proposto di trovare un’intesa sul terzo turno strutturale, per tutti i lavoratori. La Fiom ha poi abbandonato il tavolo delle trattative sul mancato impegno da parte dell’azienda a stabilizzare subito gli operai con contratti a termine. Il sindacato della Cgil denuncia poi di non essere stato coinvolto nelle successive riunioni. Ad accordo chiuso la Fiom resta critica sulla questione della stabilizzazione dei precari, “rimandata a eventuali e non garantiti aumenti di commesse per la Sofim”. Commesse che invece secondo la Fim ci saranno. 3000 motori, secondo il sindacato della Cisl, saranno prodotti nei prossimi mesi per la russa Severstall.

Daniela Zazzara

Minacce ai lavoratori portuali di Genova protagonisti del film "De Mä"

di Mauro De Clemente
foto Pietro Orsatti
26/02/2007

"Un film non vale un posto di lavoro", con queste parole il regista Pietro Orsatti ha motivato la decisione di bloccare temporaneamente la presentazione del suo film-documentario De Mä, trasformazione o declino. Film-documentario sulla realtà del porto di Genova. Un anno di lavoro per costruire e intessere due linee narrative distinte e complementari: da un lato "le lotte, la fatica, i sogni, le aspettative" delle diverse generazioni di lavoratori portuali, vicende umane di nonni, padri e figli attraverso le loro dirette testimonianze; dall'altro una rigorosa inchiesta "sulla trasformazione della nostra società attraverso lo sguardo di una città simbolo", quale Genova, "centrale per la sua vocazione mercantile e produttiva". Un film scomodo per la realtà emersa. "Non solo la stagione eroica dei camalli genovesi è tramontata", quel tempo in cui gli scaricatori di navi del porto di Genova appartenevano alla potente corporazione della Compagnia dei Caravana e si parlava di "aristocrazia operaia", ma, come sottolinea il regista Orsatti, negli ultimi dieci anni nel capoluogo ligure si è formato anche "un intreccio pericoloso di precarietà, di discriminazioni, di degenerazioni politiche ed economiche e di mancanza di sicurezza sul lavoro".

I dati sulla difficile situazione lavorativa nel porto di Genova sono inconfutabili: 24 morti negli ultimi cinque anni e centinaia di incidenti ogni anno per i circa mille lavoratori della Compagnia Unica. Questi dati confermati e rafforzati dalle immagini e dalle testimonianze raccolte da Orsatti hanno scatenato numerose intimidazioni, indirizzate soprattutto verso i lavoratori più giovani e meno tutelati che con coraggio hanno parlato delle drammatiche condizioni in cui lavorano. E' il caso, ad esempio, di Franza, ultimo di tre generazioni di lavoratori nel porto di Genova e destinatario della scritta minatoria "Franza infame". "La cosa più grave", spiega il regista Orsatti, "è che queste minacce sono state fatte sul posto di lavoro da altri lavoratori e che le scritte sono comparse proprio nei locali della Compagnia Unica". "Addirittura una", continua il regista "è stata posta nello spazio della bacheca ufficiale alla Chiamata, praticamente nel luogo più conosciuto e frequentato di questa sorta di tempio della classe operaia genovese".

"Bruno Rossi, okkio al kranio", questa la seconda minaccia, scritta su un pilastro dei locali della Compagnia Unica. Anche Rossi, come Franza, è tra i protagonisti del film-documentario De Mä, trasformazione o declino. Bruno Rossi non è però un giovane lavoratore, ma un ex-lavoratore e "un sindacalista di lungo corso" che ha vissuto in prima linea le lotte degli anni Ottanta e Novanta per la tutela dell'occupazione contro la deregolamentazione totale e il liberismo selvaggio voluto dalla classe padronale. Franza e Rossi, nonostante le intimidazioni, hanno deciso di non tirarsi indietro. "Anzi", afferma Orsatti, "le minacce che stanno ricevendo, anche se gravissime, hanno rafforzato la loro convinzione di aver fatto la cosa giusta". Al contrario, su alcuni "lavoratori precari e non politicizzati", in maniera comprensibile, le pressioni e le minacce hanno avuto gioco facile, tanto ritirare la loro autorizzazione a comparire nel montaggio conclusivo del documentario. Questo il motivo che ha rallentato la lavorazione del film, ma Orsatti si è comunque dimostrato deciso a non abbandonare il progetto e, soprattutto, a non rimandarne la presentazione ufficiale prevista per il 16 marzo a Genova. "Se non riusciremo, visti i tempi ristretti, a presentare il nuovo montaggio", ha infatti affermato il regista, "proietteremo comunque le parti più significative". Con la speranza che le immagini di De Mä, trasformazione o declino diano parola a chi non ha parola e a chi non ha avuto modo di esprimerla.

Per saperne di più:
Sito del film De Mä, trasformazione o declino

Vi racconto 34 anni di precariato nella scuola»

23 febbraio 2007 - Unità
L’ultima beffa è stata un assegno non trasferibile da 0,43 euro ricevuto come pagamento di arretrati per ore di sostituzione di docenti fatte nel 2004 all’istituto Paradisi di Vignola

«Lo tengo come ricordo, non mi cambia la vita», commenta con ironia la destinataria dell'assegno. Lia Pacchioni, 53 anni, residente a Modena, si definisce un'insegnante precaria «storica, anzi preistorica». Con un curriculum che mostra «come può essere avvilente e ricca di incertezze la carriera di una docente della scuola statale in Italia». «In possesso di diploma magistrale - racconta Lia in un incontro promosso dalla Cisl - nel ‘73 ho cominciato a insegnare in una scuola elementare di Modena mentre frequentavo l'università. Per 8 anni ho lavorato come supplente in dieci scuole elementari; supplenze da un giorno, ma anche due interi anni scolastici. Nel 1978 mi sono laureata in Biologia. Poi mi sono sposata e ho avuto due figli in due anni, continuando a fare supplenze di pochi giorni, settimane, mesi.

Ho insegnato matematica, scienze naturali, chimica, tecnologia delle arti applicate, igiene e tutte le materie relative come patologia, patologia medica, ostetricia, dietetica, anatomia umana. Ho lavorato in venti diverse scuole, tra medie inferiori e superiori. Per fortuna mio marito ha sempre compensato il mio misero stipendio, che talvolta impiegava mesi ad arrivare. Finalmente nel 2000 sono usciti i corsi abilitanti. Nel 2000 mi sono abilitata in Scienze e nel 2001 in Chimica. Alla prima abilitazione la presidente di commissione ha cominciato a inveire dicendo che ero troppo anziana e che avrei dovuto lasciare il posto alle nuove generazioni. Mi sono riscattata con la successiva abilitazione, dove invece è stata molto apprezzata la mia lunga esperienza. Pronta e speranzosa in un'assunzione a tempo indeterminato, ho scoperto con immensa delusione che nella graduatoria di ciascuna materia valevano solo i punteggi acquisiti in quella disciplina. In pratica, tutti i servizi accumulati a fatica in una trentina di anni non avevano nessun valore! A Fioroni chiedo: cosa devo fare per un'assunzione a tempo indeterminato?».

In Europa un esercito di 37 milioni di precari

dall'unità on line

Bruno Ugolini

Senza frontiere. Trenta milioni di donne e di uomini. Tutti con contratti «atipici» ovverosia a tempo. Abitano l'Europa allargata, quella composta di 25 Paesi. Un vero e proprio esercito di persone che non hanno la sicurezza del proprio lavoro. Anche se molti affermano che non bisogna stupirsi perché sarebbe un fenomeno connaturato alla fine del cosiddetto fordismo, un vecchio, superato modo di produrre. Oggi, per produrre, sarebbe necessaria un'estesa flessibilità e, naturalmente, la privazione di elementari diritti e tutele.

Del resto quel dato impressionante dei 30 milioni è già superato. Risale al 2005. Ora, nel 2007, siamo a 37 milioni. La crescita è vertiginosa se si pensa che nel 2000 erano 25 milioni. Un balzo del 12,6 per cento. Sono numeri e statistiche raccolte in uno studio («I lavori precari in Europa») curato dalla Confederazione europea dei sindacati e annesso ad una risoluzione sulla contrattazione collettiva. Lo studio è stato poi tradotto e pubblicato da Conquiste del lavoro, il quotidiano della Cisl. Ed è interessante annotare come il panorama europeo registri i progressi fatti in alcuni Paesi, ma anche notevoli situazioni di regresso. La Spagna, ad esempio, registra sei milioni di lavoratori temporanei, cinque milioni in Inghilterra, in Francia l'80 per cento delle assunzioni sono per contratti a termine. C'è anche l'Italia, qui catalogata con un po' d'enfasi, visto che si dichiarano tre milioni tutti «falsi lavoratori autonomi».

Ma ecco comparire, nella Grande Germania, i mini-jobs. Sono lavori che interessano sei milioni di persone, e solo una parte di loro (un milione e 400 mila) li adottano come secondo lavoro. Gli altri campano con 400 euro il mese, senza limitazioni dell'orario di lavoro. La denuncia sindacale s'indirizza altresì nei confronti del lavoro interinale, spesso utilizzato dagli imprenditori «per minare la posizione contrattuale delle organizzazioni sindacali». Capita in tal modo che le richieste salariali considerate eccessive siano punite con il ricorso al lavoro in affitto.

Diversa in parte la situazione in Belgio dove il principale problema identificato fa ricordare i nostri falsi lavoratori a progetto. Capita, infatti, che le imprese ricorrano a lavoratori chiamati autonomi provenienti dall'Europa centrale e orientale. Questo per aggirare il pagamento di salari derivanti dalla contrattazione collettiva, se non addirittura il salario minimo fissato per legge. Più roseo il panorama

nei Paesi Bassi dove la popolazione lavorativa flessibile si è ridotta dal 10,3 del 1998 al 6,6 del 2003. C'è però da dire che la liberalizzazione introdotta nel lavoro interinale ha fatto sì che un lavoratore su quattro operi per agenzie che non versano i contributi previdenziali o che non corrispondono i salari stabiliti dalla contrattazione.

È interessante poi osservare la situazione che si sta determinando nei Paesi dell'Est. Ad esempio in Slovacchia si permette il ricorso ai contratti a tempo determinato per un periodo di tre anni. Ma «qualora vi siano le giustificazioni per farlo» la pratica può essere estesa a tempo indefinito. Una specie d'assegno in bianco agli imprenditori. Inoltre tali rapporti di lavoro possono essere rescissi da un momento all'altro. Esistono poi «falsi lavoratori autonomi», sotto l'etichetta di «licenze commerciali». Mentre in Polonia si annota un balzo enorme: i lavoratori a tempo determinato sono passati dal 4 per cento del 1999 al 26 per cento del 2005. Rappresentano il 60 per cento dei giovani.

Secondo l'analisi dei sindacati europei, l'eccessiva flessibilità spinge gli imprenditori a considerare i lavoratori «come un bene dal quale ci si può facilmente privare in caso di difficoltà». E quindi non s'investe nella loro formazione. La percentuale di quanti hanno ricevuta formazione è, infatti, calata dal 30,6 per cento del 2000 al 27,3% del 2005. E tra gli interinali solo il 18 per cento riceve una formazione. Inoltre la necessità dell’apprendimento permanente è spesso negata ai flessibili a causa della loro condizione: bassi salari, lungo orario di lavoro, rapporti di lavoro gerarchici. Tutti elementi che «demotivano le aspirazioni verso il miglioramento delle proprie capacità». Così costoro «non mostrano un forte attaccamento all'impresa e presentano una scarsa motivazione a collaborare».

È significativo il fatto che gli studiosi della Ces considerino come la migliore esemplificazione della precarietà il caso Italia. Qui, scrivono, il precedente governo Berlusconi ha introdotto «diverse tipologie di contratti di lavoro che permettono di destabilizzare i diritti essenziali». La polemica europea investe anche una tesi, cara ad una parte dei giuslavoristi italiani: l'estensione della precarietà deriverebbe dall'eccessiva protezione di cui godono i lavoratori assunti con contratti standard. La via d'uscita? Tra i punti indicati dalla Ces ve n'è uno: «Promuovere comportamenti positivi dei datori di lavoro offrendo incentivi fiscali e parafiscali a coloro che non fanno ricorso al lavoro precario».

Pubblicato il: 25.02.07

22.2.07

Wind: Alimenta la catena di San Precario

contribuisci a spezzare le catene della precarietà

Nei primi giorni di questo caldo gennaio 2007 Wind/Infostrada ha comunicato, prima informalmente e poi ufficialmente, di voler esternalizzare alcuni servizi e, conseguentemente, i 275 dipendenti del call center di Sesto San Giovanni (Mi).
Ciò che accade in Wind è anche un tuo problema. E’ un problema di noi tutti/e Ti chiediamo, quindi, che tu sia o meno un cliente Wind, di partecipare alle due azioni di supporto:

ACTION 1 -> MAIL STRIKE
Compila il form e intasagli la mail.

ACTION 2 -> CALL STRIKE
chiama, chiama e richiama ancora il 156.
Non gioire se prendi la linea, gioisci se trovi occupato !

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Approfondimenti WINDers
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**Wind: perchè 275 lavoratori via in un soffio?

**Esternalizzazioni alla Wind: i come e i perchè in un’intervista

**Wind, spensieratezza ed evasione nelle esternalizzazioni

**Wind: un po’ di numeri…del 2006

**Visita il loro Blog

16.2.07

Prato. Il Vangelo secondo San Precario al Terminale

di pratoblog
lunedì 05 febbraio 2007

Un tema scottante e attualissimo, che purtroppo finisce per riguardare tutti i giovani, nessuno escluso: stiamo parlando della precarietà, della difficiltà di trovare un lavoro stabile e soddisfacente. E' nell'ambito del progetto "Cinema di frontiera", voluto dalla Fondazione Michelucci e dall'Arci di Prato, che questa sera alle ore 21, al cinema Terminale si terrà la proiezione del film Il Vangelo secondo precario. Un film del 2005 diretto dal regista Stefano Obino, dalla trama esilarante. Infatti si tratta di un intreccio di quattro storie di ordinaria flessibilità: Dora è una stagista televisiva a cui vengono rubate le idee, Franco è un aspirante scrittore che per vivere fa l'agente finanziario, Mario è un avvocato che aspetta di poter diventare socio di uno studio legale e Marta fa indagini per conto dell'Istat. Su tutti vigila San Precario, un pugile morto per sbaglio delegato all'archiviazione delle preghiere dei precari.

Lavoro precario e ipotesi di resistenza

GROTTAMMARE - Nuovo appuntamento con la rassegna "Immaginazioni al potere"

Venerdì 9 febbraio 2007 nella Sala Kursaal di Grottammare, con inizio alle ore 21.30, nell'ambito della rassegna "Immaginazioni al Potere" si terrà la presentazione del libro Le risorse Umane, (ed. Feltrinelli) di Angelo Ferracuti. Intervengono: l’autore, Enrico Piergallini e Tommaso La Selva
Il vangelo secondo Precario – Storie di ordinaria flessibilità di Stefano Obino (Italia 2005, col, 97’). Film prodotto dal basso, con sottoscrizioni di dieci euro raccolte su internet che danno diritto a una copia del dvd e al proprio nome nei titoli di coda, Il Vangelo secondo Precario narra quattro storie di ordinaria flessibilità: Dora è una stagista televisiva a cui vengono rubate le idee, Franco è un'aspirante scrittore che per vivere fa l'agente finanziario, Mario è un avvocato che aspetta di poter diventare socio di uno studio legale e Marta fa indagini per conto dell'Istat. Su tutti vigila San Precario, un pugile morto per sbaglio, delegato all'archiviazione delle preghiere dei precari.

Il libro
“Può sembrare temerario parlare di lavoro nell’epoca della fine del lavoro e del precariato diffuso, dove quello a tempo indeterminato è una bestemmia dell’epoca. Cancellato dai media, trattato con fastidio e colpevole spirito servile da giornalisti e opinionisti, è il tema più rimosso di questi anni.
Io sono solo un narratore, uno che può prestare i sensi (parole, sguardi) e che vuole capire. Un non esperto che ha attraversato l’Italia cercando di catturare percezioni di prima mano, scansando la cronaca e cercando le storie, l’epica, con uno sguardo aperto e meravigliato in una geografia che tiene conto anche di un retroterra di memoria, soprattutto letteraria, di riferimento.

Le storie che ho raccontato sono solo una campionatura di un grande libro ‘in fieri’, di lavori e mestieri, antichi o nostri contemporanei, nel qual riportare al centro la persona, le sue rabbie, le aspettative deluse, i desideri e i sogni. In questo libro si parla dei morti di amianto nei cantieri navali di Monfalcone, dell’ultimo e autobiografico giro per le campagne di un portalettere marchigiano, di un manager milanese malato di cancro, un attore precario bolognese, o dell’eroicomica avventura di un violinista colpito da mobbing in orchestra; e poi di un maestro nichilista dell’Irpinia più inaccessibile e chiusa, un operaio metallurgico che vive da cinquant’anni a Oslo e scrive poesie, una comunità di ragazzi down nella città di Leopardi, il dopolavoro degli operai calzaturieri pakistani, di quelli cinesi e invisibili di Prato. Il cerchio si chiude con un viaggio in tir fatto con un camionista siciliano che attraversa gli asfalti italiani e racconta. Queste sono ‘le risorse umane’ che mi interessano. Gli uomini, le persone, che messe insieme forse possono costituire anche una speranza se un minimo riuscissero ad avere coscienza di se stesse in un mondo che le vuole cancellare.”

AUTORE
Angelo Ferracuti (Fermo 1960), ha pubblicato la raccolta di racconti Norvegia (Transeuropa 1993); i romanzi Nafta (Transeuropa 1997 e Guanda 2000); Attenti al cane (Guanda 1999); Un poco di buono (Rizzoli 2002); la raccolta di testi teatrali Non avere paura del buio (Editoria & Spettacolo 2004). Collabora con “diario della settimana”, “Gente Viaggi” e “Nuovi Argomenti”.


lunedì 05 febbraio 2007, ore 09:17

Trenitalia: proteste precari FS a Messina

(ANSA) - MESSINA - I lavoratori precari delle Ferrovie dello Stato hanno bloccato il treno intercity diretto a Roma contro la decisione della societa' di ridurre il personale a bordo dei mezzi. La protesta e' scattata a conclusione dell'Assemblea sindacale organizzata a Messina da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Orsa, Sasmant e Sap (sindacato dei precari). In mattinata un'altra protesta, questa volta dei pendolari, ha impedito al traghetto 'Tindari' delle Fs di raggiungere il porto di Reggio Calabria. ''I pendolari, tra cui studenti e autotrasportatori - dice Sebastiano Pino del Sasmant - chiedono il ripristino della terza corsa, sospesa dopo l'incidente del Segesta Jet col mercantile russo''. Il blocco dei pendolari e' stato rimosso dopo circa due ore e mezzo.(ANSA). FK

01/02/2007 15:01

Il Lazio paga malattia e ferie ai precari

MALATTIA, ferie, maternità e un’indennità pari a due mesi di stipendio in caso di licenziamento. Tutte misure destinate ai precari. La Regione Lazio potrebbe essere la prima in Italia ad approvare una legge specifica. L’obiettivo è quello di completare la cosiddetta legge Biagi, varata dal governo di centrodestra. Si tratta, insomma, di assegnare gli ammortizzatori sociali ai lavoratori a tempo determinato. Alla Pisana è stata presentata la proposta di legge. Primo firmatario è Donato Robilotta (Rosa nel Pugno): «È necessario - spiega - dare previdenza, assistenza e formazione ai precari». INTANTO, assemblea infuocata ieri alla Pisana. Tutti i provvedimenti sono stati approvati grazie ai voti dell’opposizione. Vertice serale tra Ds e Margherita.

Toscana: In Regione incentivazioni all'esodo e precari assunti

La legge approvata dalla giunta su iniziativa del vicepresidente
Una legge che permetterà di procedere ad assunzioni in Regione dopo il blocco delle recenti finanziarie, e tutto questo in una prospettiva più ampia di ricambio generazionale del personale, di stabilizzazione del lavoro precario e anche di contenimento della spesa. E' questo il testo che, su iniziativa del vicepresidente Federico Gelli, è stato approvato dalla giunta regionale. Si calcola che la legge, che modifica sensibilmente la precedente legislazione in tema di ordinamento della dirigenza e del personale, potrà portare alla attivazione di circa 300 nuovi contratti a tempo indeterminato sulla scia di forti incentivi alla risoluzione consensuale del rapporto di lavoro per il personale in possesso di precisi requisiti di età e anzianità professionale. 'Questa legge, che vale anche per gli enti dipendenti della Regione – spiega il vicepresidente Gelli - è un'ulteriore importante conferma che, operando con buon senso e sulla base di un confronto serrato con tutti gli interessati, si può arrivare a rinnovare in profondità la pubblica amministrazione, dare risposte forti per superare il precariato e addirittura risparmiare'. Ecco i principali provvedimenti contenuti nel testo di legge approvato oggi. Stabilizzazione del lavoro. La legge prevede innanzitutto che nel corso di quest'anno e nel corso del 2008 e del 2009 la Regione e gli enti dipendenti, nei limiti dei posti in organico, possano immettere in ruolo a tempo indeterminato quanti nell'ultimo quinquennio abbiano prestato servizio con contratti a tempo determinato per un periodo anche non continuativo di almeno tre anni. Si prevede che questo periodo possa maturare anche in data successiva alla legge, benché in forza di contratti stipulati prima del 29 settembre 2006. Le immissioni in ruolo avverranno, nei limiti dei posti disponibili, sulla base di una graduatoria formata in relazione all'anzianità, con una precedenza, nella misura di un terzo, per coloro che sono risultati idonei in concorsi a tempo indeterminato. Nel rispetto del patto di stabilità si prevede un limite a queste stabilizzazioni pari all'85 per cento della media dei contratti a tempo determinato che ciascun ente ha stipulato negli anni 2004, 2005, 2006. Ma il percorso di stabilizzazione va oltre il personale a tempo determinato e riguarda anche i co.co.co che in questi anni hanno lavorato in Regione. Si prevede infatti che per le selezioni bandite nel triennio 2007-2009 per il reclutamento del personale a tempo determinato, una quota non inferiore al 60 per cento sia riservata a quanti hanno stipulato uno o più contratti di collaborazione coordinata e continuativa (esclusi gli incarichi di nomina politica) di almeno un anno alla data del 29 settembre 2006. Si prevede inoltre che nei bandi di concorso per le assunzioni a tempo indeterminato siano indicate anche le modalità di valutazione del servizio prestato con le varie tipologie contrattuali. Risoluzione consensuale dei rapporti di lavoro. Dopo i dirigenti questa opportunità viene prevista anche per tutti i lavoratori del comparto. Entro il 31 dicembre 2010 potranno presentare domanda i dipendenti che abbiano almeno 57 anni e abbiano prestato almeno 8 anni di servizio a tempo indeterminato. Le modalità di attuazione della risoluzione consensuale verranno individuate da una successiva deliberazione di giunta. L'incentivo, comunque, non potrà essere superiore a 24 mensilità del trattamento fisso e continuativo e verrà calcolato in proporzione al periodo che intercorre tra l'età del dipendente al momento della cessazione del rapporto e la data del suo sessantaseiseimo compleanno. Per chi farà questa scelta si esclude espressamente la possibilità di stipulare con l'amministrazione regionale (agenzie ed enti dipendneti compresi) contratti relativi a incarchi professionali, di studio, consulenza o ricerca per tutto il quinquennio successivo. Dirigenti a tempo determinato. Infine, la legge prevede la possibilità di attivare contratti di dirigenti a tempo determinato (di durata comunque non superiore ai 5 anni) , nella misura del 15 per cento dei posti di qualifica dirigenziale, contratti che potranno essere conferiti anche a dipendenti regionali, previo collocamento in aspettativa o fuori ruolo.

TOSCANA INFORMA
Notizie dalla Giunta Regionale

I lavoratori precari dell'Isfol in assemblea permanente

Chiedono l'uscita dal precariato infinito e la continuità dell'Istituto
Comunicato stampa

I lavoratori precari dell’ISFOL, in assemblea permanente da tre giorni, denunciano la gravissima situazione in cui versano i collaboratori interni all’Istituto, privi di contratto dal 31 dicembre 2006.

L’ISFOL (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori) è l’Ente Pubblico di Ricerca, vigilato dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, che opera in Italia sui temi della formazione, delle politiche sociali e del lavoro.

Nonostante la rilevanza e l’utilità dei servizi che offre per la costruzione di una economia basata sulla conoscenza e la coesione sociale, l’85% del personale che contribuisce alle ordinarie attività è precario (tempi determinati e Co.co.co).

Da anni, per la realizzazione dei suoi compiti istituzionali, l’Isfol si avvale dell’apporto di centinaia di collaboratori presenti stabilmente in Istituto, per i quali ogni anno si pone il problema del rinnovo contrattuale.

Ad oggi, nonostante gli impegni assunti dall’Amministrazione, i contratti di collaborazione per il 2007 risultano bloccati e non si prospettano soluzioni chiare ed immediate per i rinnovi.

DENUNCIAMO l’irresponsabilità con cui l’attuale vertice dell’Istituto sta gestendo la questione, facendo pagare un prezzo altissimo ai collaboratori interni e pregiudicando non solo la funzione ma l’esistenza stessa dell’Istituto.

CHIEDIAMO pertanto ai vertici dell’Istituto ed al Ministro Damiano di assumere le decisioni che competono loro provvedendo al rinnovo immediato dei contratti, sanando quindi una situazione non oltre tollerabile.

CHIEDIAMO infine l’avvio di un percorso condiviso di stabilizzazione di tutto il personale precario dell’Isfol, condizione necessaria per garantire l’esistenza ed il rilancio dell’Istituto.

I lavoratori precari dell’Isfol in assemblea permanente

Catania: Protestano i precari dell'Università

di Andrea Deioma e Valeria Arlotta

E' di questi giorni la protesta dei lavoratori part-time ASU e PUC facenti parte dell’organico dell’Ateneo di Catania. I manifestanti hanno deciso di evitare sfilate carnevalesche per la città, scegliendo di “campeggiare” davanti la sede del rettorato

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seconda parte

Incontro a Palazzo Chigi per precari calabresi

Presenti il presidente del Consiglio, il ministro del lavoro, il presidente della Regione e i rappresentanti dei lavoratori

Loiero: ''Stiamo cercando di trovare una soluzione occupazionale stabile a un bacino storico di precariato ignorato dal precedente governo''

Lamezia Terme, 30 gen. - (Adnkronos) - Incontro per gli Lsu-Lpu calabresi giovedi' prossimo alle 10,30 a Palazzo Chigi, presenti il premier Romano Prodi, il governatore della Calabria Agazio Loiero, il ministro del Lavoro Cesare Damiano e i rappresentanti dei lavoratori. Ne ha dato notizia il portavoce del presidente della Regione Calabria Agazio Loiero.

''Non e' una cosa semplice ma stiamo cercando di trovare una soluzione occupazionale stabile a un bacino storico di precariato che e' stato ignorato dal precedente governo di centrodestra - ha detto il presidente Loiero che ha contattato il premier dopo l'incontro di ieri sera con i sindacati calabresi - e devo riconoscere che Prodi ha dato la sua immediata disponibilita' a questo primo incontro, ai massimi livelli e preparatorio a quello gia' previsto in sede ministeriale''.

La vertenza degli Lsu-Lpu si sposta quindi a Roma anche perche' e' da governo centrale che dovranno arrivare le risposte capaci di risolvere il problema che in Calabria riguarda oltre ottomila persone. ''Come Regione - ha affermato Loiero - abbiamo prodotto lo sforzo massimo possibile. Oltre non possiamo andare. Ci auguriamo che il governo centrale convenga sulla necessita' di stabilizzazione di questi lavoratori, come in passato e' stato fatto per la Sicilia e la Campania''.

''Dopo la protesta dei giorni scorsi - ha concluso Loiero - il lungo incontro con i sindacati e' stato molto proficuo. Solo facendo fronte comune sara' possibile accelerare i tempi e sanare una situazione di precariato che si trascina da due lustri e alla quale abbiamo posto mano con concretezza, aumentando le ore di lavoro e garantendo tutto quello che potevamo garantire. La parte nostra l'abbiamo fatta e continueremo a farla. Speriamo che dopo l'incontro di giovedi' con Prodi si apra l'ultima fase, quella che dovra' normalizzare una realta' lavorativa anormale e intollerabile''.

L'obiettivo è stabilizzare 70 mila operatori

Call center

"Un mese dopo l'approvazione della Finanziaria, 8 mila persone sono già state stabilizzate grazie agli accordi sindacali e alle norme volute dal governo ma noi stimiamo che grazie alle risorse stanziate si possa raggiungere l'obiettivo di 60-70 mila contratti a tempo indeterminato". Cesare Damiano, ministro del Lavoro, parlando al popolo dei call center riunito in una albergo palermitano dai sindacati confederali di categoria si dice ottimista "perché -sottolinea- anche piccoli risultati possono costituire le premesse per raggiungere grandi obiettivi". E' lo stesso Damiano a ricordare che in tutta Italia ci sono 700 aziende di call center con circa 250 mila addetti.

Nelle sei maggiori aziende del settore che operano a Palermo, su circa 6.300 ne sono stati stabilizzati poco più della meta' ma per gli altri sono gia' stati siglati accordi. “Alle aziende – spiega il segretario provinciale Slc-Cgil Rosario Faraone - chiediamo di rendersi disponibili alla contrattazione e ai lavoratori di uscire dall'anonimato".

Da parte sua il ministro Damiano ha annunciato la costituzione di un Osservatorio nazionale, insieme con le parti sociali, per verificare la sottoscrizione degli accordi e la stabilizzazione dei precari e ha ricordato che "le norme approvate al governo partono dai call center ma vanno applicate in tutti i settori. Ma le buone norme nazionali non bastano –ha spiegato il ministro del Lavoro- se a livello locale non si passa al controllo del territorio attraverso le ispezioni e gli accordi tra le parti sociali".

''Abbiamo riscontrato che in molti casi i lavoratori a progetto nei call center - ha detto il ministro - avevano un rapporto di dipendenza. Siamo per la regolarizzazione. A un mese dall'approvazione della Finanziaria otto mila persone sono diventate stabili grazie agli accordi sindacali e alle norme del governo. Ma non si tratta di regolarizzare una azienda: vi sono 700 aziende di call center in Italia, 250 mila addetti, le risorse che abbiamo stanziato in Finanziaria possono consentire di stabilizzare 60/70 mila persone''.

(www.rassegna.it, 30 gennaio 2007)

Catania - Ateneo: stabilizzazione per 224 lavoratori precari

CATANIA - ATENEO: STABILIZZAZIONE PER 224 LAVORATORI 'PRECARI' (SIC!)
Scritto il Martedì, 30 gennaio ore 12-33 di red5
Lavoro & Sindacati Anche per i 224 lavoratori "precari" dell'Università di Catania arriva la tanto agognata, sospirata, desiderata stabilizzazione.

CATANIA - Svolta per il destino dei 224 lavoratori “precari” dell’Università di Catania. Nei giorni scorsi è stato infatti firmato il protocollo di pre-intesa tra l’amministrazione universitaria, le organizzazioni sindacali di categoria (Flc-Cgil, Cisl università, Uil pa-U.R., Confsal Snals Università-Cisapuni, Csa di Cisal, Ugl Università) e le rsu per l’avvio del processo di stabilizzazione del precariato “storico” Puc-Asu (ex Lsu e Lpu) presente nell’Ateneo.

In particolare, i provvedimenti concordati, che oggi pomeriggio saranno sottoposti al vaglio del Consiglio di amministrazione dell’Università, riguardano 30 lavoratori impegnati in attività socialmente utili (ex articolo 23), 44 lavoratori di pubblica utilità e 150 lavoratori impegnati in progetti di utilità collettiva, che per un decennio circa sono stati impiegati nelle varie attività istituzionali dell’Ente, acquisendo le adeguate conoscenze lavorative e divenendo di fatto importanti per le attività istituzionali dell’Ateneo, con particolare riferimento ai servizi offerti agli studenti e all’utenza in generale.

Pur dovendo tenere conto dei pesanti tagli subiti in questi ultimi anni al finanziamento ordinario del sistema universitario, l’Ateneo ha pertanto inteso avviare, per la definitiva soluzione del problema del precariato, un processo a tappe.

Il primo momento di questo percorso riguarda proprio l’attivazione immediata di tutte le procedure consentite dalle attuali normative regionali e nazionali per garantire, già nel breve periodo e nel rispetto dei vincoli di bilancio dell’Ateneo, il massimo impiego orario di tutti i lavoratori (si passa da 18 a 36 ore settimanali complessive), nonché un’adeguata copertura previdenziale.

(R.A.)

I magistrati onorari fantasmi per lo Stato

30/1/2007 (9:33) - LAVORO PRECARIO: STIPENDI DA FAME E NESSUNA TUTELA: E’ SCIOPERO

Scioperano anche i magistrati onorari, una figura entrata ormai a fare parte della macchina della Giustizia, ma non ancora tutelata

G.BAL.
TORINO
Guadagnano 900 euro al mese, sono precari, non hanno contributi previdenziali né ferie pagate. Non sono i soliti operatori di call-center, stereotipo del lavoratore «flessibile» e sfruttato del XXI secolo, della cui esistenza si è preso coscienza ormai da qualche anno. Sono i magistrati onorari, gente che ogni giorno rappresenta lo Stato nelle aule dei Tribunali.
Per la giustizia italiana sono simili ai fantasmi, eppure senza di loro gran parte dei processi non si potrebbe neppure celebrare. A Torino sono 71 (51 vice procuratori onorari, cioè sostituti in udienza dei pubblici ministeri; e 20 giudici onorari del Tribunale) e si sobbarcano circa il 70 per cento dei processi. Il 100 per cento, quando si parla di procedimenti davanti al Giudice di pace.
Per richiamare l’attenzione del Ministero della Giustizia, i magistrati onorari da ieri sono in sciopero in tutt’Italia e l’astensione continuerà per l’intera settimana. In Tribunale, a Torino, i processi sono andati avanti comunque, ma il procuratore capo Maddalena ha dovuto mandare in aula i sostituti procuratori anche per i procedimenti «minori» - furti, maltrattamenti, infortuni sul lavoro - distogliendoli dalle indagini più importanti.
«La nostra è una situazione intollerabile - spiega Micaela Soriente, rappresentante dei vice procuratori onorari torinesi - ci occupiamo della maggior parte dei processi e nell’arco della mattinata dobbiamo seguire fino a dieci dibattimenti, senza contare le ore di studio del fascicolo. Ma i compensi sono irrisori: un gettone di 73 euro netti al giorno». Ferie e malattia non vengono retribuite, così come non esistono versamenti previdenziali. In Procura lavorano in un’unica stanza, non hanno computer personali e spesso devono comprarsi i codici di tasca loro.
«L’aspetto grottesco - sottolinea Soriente - è che in Tribunale i datori di lavoro che trattano in questo modo i dipendenti vengono condannati. Se invece è lo Stato a comportarsi in questa maniera, allora va tutto bene».

Palermo: I sindacati si appellano agli operatori di call center

CGIL, CISL e UIL dialogano con i lavoratori delle decine di call center del palermitano e chiedono loro di venire allo scoperto: è ora di passare all'azione e, sfruttando le attuali normative, superare il precariato

Palermo - Il mondo delle TLC è in agitazione da tempo sul fronte bollente dei call center ma ora i sindacati confederali CGIL, CISL e UIL stanno cercando di "far uscire allo scoperto" i lavoratori delle più di 90 strutture che operano nel palermitano, per superare il precariato.

Proprio oggi alle 10 a Palermo i tre sindacati invitano i dipendenti di questi call center a partecipare alla mobilitazione con cui vogliono fare cornice al previsto intervento del ministro Cesare Damiano al San Paolo Palace Hotel, un intervento con cui il Ministro parlerà proprio della stabilizzazione dei precari dei call center e dei passi previsti per raggiungere l'obiettivo. In tutto sono circa 6mila gli operatori (2700 solo in Sicilia) che saranno assunti entro la fine dell'anno grazie alle nuove norme.

Per questo i sindacati si augurano che i precari vogliano "unirsi per aprire la fase di contrattazione con le imprese che dovrà portare alla loro stabilizzazione". "Dopo tante denunce di sfruttamento - ha dichiarato Rosario Farone di SLC CGIL - ora con gli strumenti di legge che esistono è il momento di pensare alla stabilizzazione delle migliaia di precari dei nostri call center". I sindacati chiedono alle imprese di collaborare e, come previsto dalla Finanziaria, chiudere gli accordi entro la fine di aprile. Per le società di settore è un obbligo: hanno tre mesi di sanatoria per sistemare la questione. "Altrimenti - avverte Faraone - riceveranno la visita degli ispettori".

L'invito, dunque, è quello di "venire fuori". "Mettetevi in contatto con noi - dicono i sindacati - scrivete ai nostri indirizzi email, raccontateci in che condizioni lavorate".

L'appello, secondo i sindacati, è necessario per contrastare l'ostruzionismo di molti imprenditori di settore che spingerebbero i propri lavoratori a non farsi sentire per evitare grane.

7.2.07

Sea lascia a casa due precari, il Tribunale di Busto li reintegra

Busto Arsizio - Malpensa - I due, addetti all'handling bagagli, hanno fatto ricorso tramite Al Cobas-Cub: il Tribunale ha costretto Sea a riassumerli a tempo indeterminato e a pagare loro gli stipendi perduti


Nel 2005 Sea Handling non aveva rinnovato il contratto a termine a due precari che lavoravano alle sue dipendenze presso l'aeroporto di Malpensa: questa mattina il Tribunale di Busto Arsizio, cui i due si erano rivolti, ha disposto che Sea li riassuma subito e a tempo indeterminato, condannando inoltre la società a pagare le retribuzioni perdute dalla data in cui i lavoratori avevano impugnato la loro estromissione dall'azienda. Una sentenza importante, che potrebbe costituire un precedente significativo per varie altre cause di questo tipo, andando a giudicare nel merito la legittimità o meno dell'impiego di contratti di lavoro temporaneo. Lo comunica con soddisfazione il sindacato Al Cobas-Cub, che tramite i suoi legali di fiducia Medina e Sertori ha seguito questa vicenda giudiziaria; fra l'altro uno dei due lavoratori licenziati è attivamente impegnato con il sindacato e candidato per le prossime elezioni della RSU, cui con la reintegrazione in ruolo potrà candidarsi.

Al Cobas-Cub conferma la sua posizione di radicale critica ai datori di lavoro, da un lato, che «non sono ancora contenti di quanto i governi hanno loro dato in tema di flessibilità e di precarietà delle forme di lavoro, perché neppure osservano quelle leggi a loro così favorevoli», e ai sindacati confederali, come sempre accusati di tenere una linea troppo "morbida".



«Al Cobas-Cub conta sul fatto che un ex precario nelle Rsu sarà una buona garanzia perché resti sempre all'attenzione della futura rappresentanza dei lavoratori la quantità intollerabile di lavoratori di Malpensa ancora precari e perché questa rappresentanza imposti da subito un ciclo di rivendicazioni dirette a far cessare l'utilizzo indiscriminato del lavoro somministrato e del lavoro a termine» scrive il sindacato.


Ma anche Sea Handling è avvertita: «Ora a Sea Handling non resta che ubbidire all'ordine del giudice, pagando ai lavoratori tutti i mesi di disoccupazione e reintegrandoli al loro posto di lavoro. Come Al Cobas-Cub non accetteremo nessun trasferimento repressivo dei due lavoratori a Linate (come fatto ad alcuni lavoratori che sono stati reintegrati). Di fronte alle centinaia di contratti a termine per i lavoratori interinali che scadono a fine di gennaio, il non rispetto delle due sentenze di reintegro, avrebbe solo un sapore repressivo e tendente alla non ottemperanza delle sentenze del tribunale di Busto Arsizio». Nei prossimi mesi, aggiungono gli estensori del documento, «decine di cause contro l'utilizzo illegittimo dei contratti a termine, da parte di Sea, saranno discusse nelle aule dei tribunali»: e Al Cobas-Cub abbiamo ha già chiesto l'intervento dell'Ispettorato Provinciale del Lavoro per obbligare Sea e le agenzie interinali a l rispetto delle normative che prevedono la corresponsione del medesimo stipendio dei dipendenti Sea anche ai lavoratori interinali.

Lunedi 29 Gennaio 2007

La precarietà non nega solo il diritto al lavoro ma il diritto ad una esistenza dignitosa

Intervista a Emidia Papi, dirigente nazionale delle RdB-CUB


lunedì 29 gennaio 2007 di Maria Russo
Il lavoro precario può essere definito incostituzionale: La precarietà non nega solo il diritto al lavoro ma il diritto ad una esistenza dignitosa. L’articolo 1 dice che la Repubblica italiana è fondata sul lavoro, altri articoli della Costituzione parlano di diritto alla casa, di diritto alla salute, di tutela dell’ambiente.

leggi tutta l'intervista

Ingiustizia per i precari dell'indirizzo musicale

Con la recente approvazione della Legge Finanziaria, il governo ha inteso sanare la questione dei docenti abilitati in Ed. mus. entro il 2 maggio 2005 purché inseriti negli elenchi del D.M. 13/02/96, che in conseguenza della sentenza 2036/2006 del CdS non risultano abilitati ope legis in strumento musicale.
Con quest'ultima sanatoria in occasione della prossima ed ultima integrazione delle graduatorie permanenti (aprile 2007), numerosi tra questi docenti senza vantare nemmeno un giorno d'insegnamento specifico di strumento musicale riceveranno in Luglio, assunzioni in ruolo nella classe A077.
Si verificherà una gravissima disparità di trattamento con violazione dell'art. 3 della Costituzione, proprio perché i colleghi che nel corrente a.s., essendo stati reclutati dalla 3 fascia delle graduatorie d'istituto, stanno servendo lo Stato garantendo l'insegnamento per quelle cattedre che risultano disponibili e libere per mancanza di personale abilitato, il prossimo a.s. in moltissime realtà rimarrano a casa.
Quest'ultimi sono i veri precari dell'indirizzo musicale, ossia coloro che vantano un' anzianità di servizio, il governo ingiustamente, invece, sana la questione di docenti che non hanno maturato nemmeno un giorno di servizio specifico, danneggiando invece chi nell'insegnamento specifico ha lavorato per due, tre, e talvolta quattro.
Se non interverrà prima di marzo una possibile procedura abilitante riservata speci per questi colleghi, significherà disoccupazione certa e garantita.
Occorre fare prestissimo, con una grande mobilitazione generale, ripeto immediata!

Giacomo Zani
26/01/2007

“Manganellate invece di diritti”

La riviera on line


Giornata di protesta, mercoledì, per i precari calabresi appartenenti al bacino dei lavoratori socialmente utili (LSU) e a quello dei lavoratori di pubblica utilità (LPU). Sottopagati, alle dipendenze di enti locali che spesso li utilizzano per lavori diversi da quelli per i quali sono stati assunti, con un orario di lavoro che fino a pochi mesi fa si riduceva a 4 ore giornaliere, dal lunedì al venerdì, per un sussidio mensile di poco più di 400 euro. Poi l’Assessorato al Lavoro della Regione Calabria ha deciso di usufruire di alcuni fondi comunitari per portare l’attività lavorativa giornaliera a sei ore con un miglioramento di trattamento economico. Ma ancora non è stato sufficiente. Il contratto è sempre a scadenza. Alcuni LSU hanno addirittura superato i quarant’anni di età e se dovessero ricollocarsi sul mercato del lavoro difficilmente troverebbero porte aperte. L’esasperazione di questi “lavoratori in nero legalizzati”, come si definiscono, è sfociata in scontri di fronte al palazzo della Regione Calabria. Doveva essere una ordinaria manifestazione, ma l’assenza sia del Presidente della Calabria Loiero che del vicepresidente Adamo, impegnati al Quirinale per un incontro col Presidente della Repubblica Napolitano, ha fatto scattare la rabbia di chi si è sentito beffato dai vertici regionali, informati con largo preavviso della manifestazione. Dopo il corteo, conclusosi di fronte alla sede della regione, sono partiti lanci di oggetti verso i cancelli del palazzo, prima bottigliette, poi sassi. A un certo punto i manifestanti hanno tentato di forzare il cancello. Qualcuno ha trascinato un cassonetto dell’immondizia davanti all’ingresso ed ha appiccato il fuoco. La tensione è aumentata terribilmente quando, a causa della pressione, uno dei cancelli ha ceduto di botto e la folla ha dilagato nel piazzale. I poliziotti hanno optato per alcune cariche di alleggerimento che però hanno fatto partire gli scontri. Si sono contati alcuni feriti, soccorsi dalle ambulanze appena la folla ha deciso di indietreggiare. Poi i manifestanti sono tornati alla carica ed hanno deciso di sfondare. La polizia, saggiamente, ha indietreggiato lasciando entrare i lavoratori dai cancelli, ma si è prudentemente schierata a difesa del portone d’ingresso del palazzo. Per molto tempo sembrava che si dovesse arrivare nuovamente allo scontro, perché alcuni precari proponevano di occupare la Regione. Si è infine tornata a respirare calma con la decisione, suggerita dai sindacati, di ritirarsi e di lasciare Catanzaro. È subito partito il giro delle dichiarazioni politiche. Il senatore, eletto in Calabria per Rifondazione Comunista, Fosco Gianni ha presentato un’interrogazione parlamentare urgente stigmatizzando “il comportamento delle forze dell’ordine e chiedendo di fare piena luce su quanto accaduto”. Francesco Caruso ha chiesto al Ministero dell’Interno l’apertura di una inchiesta perché, ha spiegato: “Le istituzioni devono dare diritti e non
manganellate”. Per il senatore di Forza Italia Antonio Gentile “non ci voleva nessun chiaroveggente per capire che prima o poi i problemi sociali della Calabria potevano esplodere in modo dirompente”. Esplode anche la polemica tra il Presidente della Regione e i sindacati. Loiero, di ritorno da Roma, ha dichiarato che quella degli scontri “è una pagina amara, incomprensibile”, “non si può addossare, nemmeno il sindacato può farlo, alcuna responsabilità a questo governo regionale che sugli lsu-lpu ha fatto registrare mutamenti positivi e si è impegnato per una progressiva stabilizzazione, peraltro già stabilita in sede di finanziaria regionale sul piano triennale per gli lsu”. Poi, duro, ha accusato i sindacati: “Ci sono cose che non quadrano. Quando, infatti, si batte ripetutamente sull’incudine si rischia di accendere una mischia pericolosa”. Non si è fatta certo attendere la replica di Cgil, Cisl e Uil che ritengono “irresponsabili” e “immotivate” le dichiarazioni di Agazio Loiero. “Al contrario di ciò che ritiene il governatore - hanno scritto i segretari regionali della Triplice - il sindacato considera il carico di tensione che si è determinato, con gli scontri che sono avvenuti, effetto dell’assenza di un chiaro disegno programmatico e progettuale della giunta regionale della Calabria”. Il risultato raggiunto dall’azione di forza dei lavoratori precari è l’apertura di un tavolo di trattative col Ministro del Lavoro, Cesare Damiano, per affrontare i problemi di lsu ed lpu. Il primo incontro è fissato per il 7 febbraio.


(27.01.2007)